Il 10 luglio del 1943 sbarcarono
su questa spiaggia tre reggimenti di fanteria della Terza Divisione Americana, che ho
l’onore di rappresentare nella mia nazione, l’Italia, erano il 7° il 15° ed il 30°.
Tutto quanto ho fatto fino ad
oggi, fino a questo momento in cui parlo a voi, è nato dalla voglia di
raccontare gli uomini divenuti soldati, le loro gesta ed il loro sacrificio.
Da queste ricerche, fatte anche
sui soldati della Terza Divisione è arrivato un riconoscimento
dall’associazione che rappresenta negli Stati Uniti une delle divisioni più
amate, la Terza.
In seguito arrivò la richiesta di
riempire un vuoto che sentivano da tanto tempo; una sezione Italiana, in
quell’Italia dove erano sbarcati, prima a Licata, poi a Salerno ed infine ad
Anzio, con migliaia di caduti, feriti, dispersi e centinaia di medaglie.
In Sicilia sbarcarono 160.000 uomini,
con 285 navi da guerra, 2775 mezzi di
trasporto e 4000 aerei.
Migliaia di storie, migliaia di
vite, di affetti, fatte venire da lontano con un solo preciso messaggio,
liberare l’uomo dalla schiavitù, dalla tirannia.
La Terza Divisione di Fanteria
fece proprio questo messaggio nella prima guerra mondiale, in Francia e poi nel
secondo conflitto mondiale, attraversando il Nord Africa, l’Italia, la Francia
e la Germania.
In occasione del 76°
anniversario, sono onorato di rappresentare la Terza Divisione di Fanteria e
onorato di aver conosciuto qui a Licata persone come Carmela Zangara, Il Vice
Sindaco Angelo Vincenti, l’associazione Memento e tutte le persone incontrate in
questi giorni.
Come già fatto lo scorso 18
maggio, presso il cimitero Tedesco di Caira, a Cassino, in occasione del 75°
anniversario della battaglia, il pensiero va al nemico di ieri, che oggi ha la
mia stessa cittadinanza.
Lessi un giorno in un libro, del
fastidio che provavano gli stessi soldati della Terza Divisione nel vedere gli
Italiani a Palermo esultare al loro passaggio ed inveire contro i soldati
Italiani che sfilavano prigionieri, rei solo di rappresentare quello che si
voleva dimenticare al più presto.
Ma erano soldati, uomini,
Italiani e non posso iniziare il mio primo discorso da presidente della
Rappresentanza Italiana della Terza Divisione di Fanteria Americana senza
onorare la mia bandiera e ricordare il valore di coloro, che in condizioni di
assoluta inferiorità di mezzi, equipaggiamento e rifornimenti, non videro una
sola nave Italiana venire in loro appoggio, non un solo aereo Italiano volare
nel cielo e in alcuni casi non videro nemmeno un tedesco al loro fianco. Eppure
si batterono, per il giuramento fatto alla bandiera, alla nazione o solo per
l’onore del loro reparto, per il compagno che avevano accanto ed ebbero decine e decine di caduti, dimenticati
dalla storia, ma non dalle loro madri, dalle loro mogli, dai figli e da tutti
coloro che li conobbero come uomini.
A loro gli Onori
dell’Associazione della Terza Divisione di Fanteria.
Uomini vi dicevo, venuti dagli
Stati Uniti e sbarcati qui. Ma anche reggimenti che segnarono la storia della
Seconda Guerra Mondiale in Europa e che iniziarono da qui la loro avanzata.
Su tutti, tre storie di soldati,
tre storie di uomini e tre reggimenti.
Maurice Lee Britt, dell'Arkansas,
detto “footsie” “piedino” perchè aveva 47 di piede; il classico ragazzone
americano, campione di football, tanto da ottenere un ritardo nella partenza
per la guerra e venne arruolato nel 30° reggimento di fanteria della terza
divisione come ufficiale.
Conquistò subito la stima dei
suoi soldati già nel periodo dell’addestramento, li portò in battaglia nello
sbarco in nord Africa e si distinse subito per un’attacco verso delle postazioni
di cannoni nel castello di Fedala, che infierivano sui fanti americani che
sbarcavano.
Sbarcò a Licata e forte del suo
fisico, ottenne dai suoi uomini la più lunga marcia a piedi e nel minore tempo
fatta da un battaglione dell’esercito degli stati uniti, 87 km in 30 ore, da
Licata fino a Palermo, a luglio, con temperature oltre 40 gradi, senza acqua e
cibo e partecipando per primi ai combattimenti per la liberazione di Palermo.
Sbarcò a Salerno e nei pressi di
Acerno, attaccò da solo dei nidi di mitragliatrici che falciavano i fanti
americani e li distrusse, rimanendo ferito e meritando una prima medaglia, nei
giorni successivi salì da solo su monte San Nicola, senza ripari, per prendere un
suo soldato che era stato ferito da un cecchino ed era precipitato tre le rocce
riportandolo indietro, meritando per quest’azione una seconda medaglia.
A Monterotondo, a nord di Caserta,
sulla Winter Line, organizzò con pochi uomini la difesa di un settore del
monte, divenendo, come dissero i suoi soldati, un esercito di un soldato solo,
combattendo per tutto il giorno da solo e correndo per tutto il fronte
lanciando bombe a mano e sparando con tutto quello che trovava. La montagna non
fu riconquistata e alla fine di un battaglione rimasero in 5 su quella vetta.
Quando i tedeschi si ritirarono,
scese verso l’infermeria, con una scheggia nel piede, una nei polmoni ed una
ferita al braccio profonda fino all’osso, chiese al capitano medico solo una
fasciatura e della polvere disinfettante per tornare sulla vetta di quella
collina dai suoi uomini. Il capitano medico disse che quando usci dalla tenda,
tutti i soldati con piccole ferite decisero di allontanarsi dalla fila.. per
queste azioni ebbe la Medal Of Honor
Ad Anzio, dopo lo sbarco,
utilizzò la sua velocità per attirare il fuoco delle mitragliatrici e
permettere ai mortai di individuarle e si offrì volontario con altri 3 capitani
per una missione di ricognizione verso le linee tedesche.
Fu qui che si accorse del grande
contrattacco di carri armati in corso e organizzò il tiro dell’artiglieria
navale dalla sua posizione, in una vecchia casa semi distrutta. Un carro
tedesco sparò verso la casa dove era nascosto e lo scoppio gli portò via un
braccio.
La sua unica frase fu il
dispiacere di aver perso il braccio con il quale tirava il pallone da footboll
Fu quella la fine della sua
guerra, tornò a casa e divenne il secondo soldato più decorato della storia
degli stati uniti.
Era sbarcato a Licata.
Sbarcò a Licata anche Audie
Murphy, un ragazzino, un leone, faceva parte del 7° reggimento, combattè a
licata, e nei primi minuti dello sbarco perse subito un soldato, ucciso da una
scheggia di artiglieria, fece la stessa
strada degli altri, Sicilia, Salerno, Winter Line, Anzio, Roma, Francia,
Germania, fu ferito e decorato diverse volte, arrivò un giorno nel bosco di
Colmar in francia al confine con la Germania e si accorse che i suoi erano
tutti morti, era rimasto da solo; salì su un carro in fiamme ed inizio a combattere
contro un reggimento tedesco che stava contrattaccando. La fortuna era dalla
sua parte quel giorno, uccise oltre 200 tedeschi e rimase illeso, ottenendo per
le sue gesta la Medal of Honor. Alla fine della guerra tornò a casa e divenne
il soldato più decorato della seconda guerra mondiale, con 24 medaglie.
Era sbarcato a Licata.
Sbarcò anche Floyd K Lindstrom,
di Colorado Sprigs, Floyd ebbe una vita più tormentata, la madre fuggi dal
marito alcolizzato e violento e insieme alla figlia e Floyd, che aveva cinque
anni, si rifugiarono in una casa famiglia dove fece la lavandaia.
Floyd, dopo la scuola, entrò a
lavorare come camionista nei magazzini Soomers, distribuiva prodotti alimentari
nella costa ovest degli stati uniti, il suo sogno era di trovare un amore e
costruire un piccolo ranch in campagna. L’amore lo trovò subito in una
splendida ragazza, che neo giorni dell’attacco a Pearl Harbor mori per un
problema cardiaco. Per tutta la durata della guerra, finchè resto in vita,
Floyd chiese alla madre di mettere fiori sulla tomba e quando si accorse che a
casa non c’erano tanti soldi spediva tutta la sua paga per le necessità
familiari e per i fiori.
Pochi chilometri fuori Licata,
durante un attacco aereo si accorse che un camion , lasciato vuoto sulla
strada, senza freno a mano, stava per colpire dei soldati riparati, corse
sotto le mitragliate degli aerei togliendo il camion dalla strada salvando quei soldati, meritando la prima medaglia.
Raggiunse anche lui la winter
line, negli stessi giorni di Maurice Britt e di Audie Murhy, erano ognuno in un
battaglione diverso. Murphy al centro della valle era in pattuglia avanzata,
dall’altra parte del monte Maurice Britt combatteva da solo sulla collina e
lui, Floyd saliva per la montagna più alta, quasi mille metri, monte La Defenza, 4 ore di salita su un terreno difficile e con i tedeschi che sparavano
dall’alto. Arrivò sulla vetta con la sua mitragliatrice proprio nel momento in
cui i tedeschi contrattacavano e per evitare che uccidessero i suoi compagni più
in basso, si sposto in una zona più aperta, attirando su di se il fuoco ed
inizio a combattere con la sua mitragliatrice fermando l’attacco, quando si
accorse di aver finito i colpi, decise che la cosa più comoda era di prenderne
una ai tedeschi, avanzo strisciando con la sola pistola e uccise tutti i
tedeschi di una postazione prendendo la mitragliatrice e ritornando nella sua
postazione continuando a bloccare l’attacco. Per le sue azioni di quel giorni
ottenne la Medal of Honor.
Dopo lo sbarco di Anzio gli
dissero che c’èra la cerimonia per la consegna della medaglia e lui disse che
non avrebbe mai abbandonato i suoi soldati e parti per un attacco.
Quel giorno andò a male per
tutti, la terza divisione perse quasi 900 soldati, durante la ritirata Floyd
disse ai suoi amici di tornare indietro, lui avrebbe coperto la ritirata con la
sua mitragliatrice, i soldati si ritirano e furono salvi ma non rividero più
Floyd, colpito da una granata fu dato per disperso per oltre 5 mesi e ritrovato
il giorno prima dello sbarco in Normandia, il 5 giugno del 1944, riconosciuto
solo dalla sua piastrina.
Oggi riposta accanto alla sua
fidanzata e gli amici dell’American Legion, sezione 5 di Colorado Springs non le
fanno mai mancare i fiori…
Era sbarcato a Licata.
Il 7° il 15° ed il 30° entrarono in Germania, c’era solo A. Muphy, Britt aveva finito la guerra da un pezzo e Floyd
riposava a Nettuno.
Liberarono Monaco, Norimberga, la
città simbolo del nazismo, furono loro ad ammainare la bandiera dal balcone di
marmo bianco del reich.
E furono loro i primi a salire a Berchtesgarden, il rifugio delle aquile di Hitler ed ammainare le bandiera
nazista.
I tre reggimenti erano sbarcati a
Licata disseminando mezza europa di loro croci, ricevendo saluti, baci,
abbracci dalle popolazioni che man mano avevano liberato, fino ad arrivare in Germania.
Uno di questi tre soldati, Audie
Murphy, in una camera di albergo in Francia, dopo la fine della guerra, quando
stava per tornare ad essere un uomo e non più un soldato scrisse queste poche
parole, che sono secondo me il testamento del soldato, di qualsiasi colore,
bandiera o razza sia.
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