Le poche righe di questo articolo, scritto su quanto un nostro socio ha
trovato, devono avere la premessa che al momento si tratta di supposizioni, che
stiamo ancora verificando, ma che molti indizi ci portano a pensare che il
possessore dell’oggetto trovato fosse il reale firmatario. Chiaramente prima di
dare toni trionfalistici al ritrovamento dobbiamo esserne sicuri. In questo
momento vogliamo condividere con voi la gioia di una scoperta e poter sognare
che colui che ha posto la firma su un oggetto sia stato un ufficiale americano
che conosciamo molto bene. Una firma, abbiamo detto, una semplice firma su un
oggetto caro ai soldati in battaglia, la propria borraccia. Sulle pareti di
ogni personale borraccia venivano incisi nomi di battaglie, di amori, di amici.
La borraccia non era solo il contenitore con cui ci si dissetava dopo i
combattimenti, era un rifugio dove trascorrere le ore di pausa o le notti
insonni, era un calendario dove segnare date e gli anni trascorsi in guerra,
era la tela dove scrivere i desideri che non si potevano condividere con
nessuno. Quando nella gavetta la minestra calda era finita e l’ultimo rumore
del cucchiaio aveva lasciato lo spazio al silenzio ed ai ricordi; la gavetta
ancora calda, ruotata alla luce flebile delle candele, riportava il nome della
propria amata, dei propri cari, e chiudendo gli occhi ci si sentiva di nuovo a
casa nel giorno del ringraziamento. Il tepore del metallo trasmetteva alle mani
quella mancanza di una sensazione di calore umano che la guerra toglie ad ogni
uomo. Borraccia e gavetta diventavano l’unico legame verso quel mondo che si
era lasciato a casa e che ritornava nel momento familiare per eccellenza, la
condivisione del pasto in famiglia o di un sorso d’acqua.
Il ritrovamento di una borraccia sul campo di battaglia è sempre
un’emozione, la battaglia lascia con sè morti e dispersi, ma anche tanti
oggetti di uso comune. La borraccia, pur essendo di uso comune, era intimamente
legata al soldato, lo accompagnava in ogni azione, in ogni momento. Posta sempre
appesa al cinturone, viveva con il soldato e spesso ne portava le tracce
dell’ultimo giorno di vita.
La nostra borraccia, trovata sui campi di battaglia della Winter Line sulle
montagne intorno a Mignano Montelungo ha solo incisi due nomi, di cui barrato.
Ma è il nome non barrato, che per noi ha un significato particolare, perché
è stato, insieme al nome di Floyd Lindstrom, il volano tutto quanto abbiamo
costruito fino ad oggi. Per lui e per Floyd, destinatari di della più alta
onorificenza degli Stati Uniti d’America è iniziata la storia dell’avamposto
nr. 16.
Britt!
Maurice Lee Britt? Ufficiale del 30th reggimento della Terza Divisione di
Fanteria passato per Monterotondo a novembre del 1943 e tornato nelle retrovie
alla fine della missione con la Medal of Honor.
Gli indizi ci sono; il luogo del ritrovamento, il cognome e quel modo di
barrare le due “T” presente anche nella sua firma.
Il ritrovamento è stato fatto dal Presidente del Museo Historicus di
Caspoli, socio dell’Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army sez.
16 Ita. La borraccia è attualmente esposta come reperto storico relativo alle
battaglie del Mignano Gap de novembre 1943, ma è distante dalla parte dedicata
a Maurice Lee Britt. Speriamo che preso la borraccia possa essere esposta
accanto alla foto di Britt.
Nel frattempo le foto che ci lasciano
pensare e sperare.
Op. 16 - Italia
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